La novità sta facendo tremare milioni di lavoratori: basta che il citofono di casa sia rotto per poter rischiare il licenziamento. Vediamo tutto nei dettagli.
La vita di un lavoratore, di questi tempi, non è proprio facile. Gli stipendi- per quanto abbiano beneficiato dell’abbassamento delle aliquote Irpef – sono ancora troppo bassi rispetto al costo della vita. Senza contare che tantissime aziende stanno chiudendo e molti posti sono messi a rischio anche dall’Intelligenza Artificiale.
A tutte queste preoccupazioni ora se ne aggiunge un’altra non di minore importanza: pure un citofono rotto può farci saltare la sedia. In poche parole: il nostro datore di lavoro può licenziarci se il citofono di casa nostra è rotto. Sembra assurdo eppure è proprio così: lo ha stabilito la Corte di Cassazione. In pratica un danno che, apparentemente riguarda solo casa nostra, può avere ripercussioni devastanti anche sulla nostra vita professionale.
E di questi tempi perdere il lavoro è drammatico più che mai in quanto trovarne un altro può diventare molto difficile soprattutto se non si è più giovanissimi. Ma in che modo il nostro citofono può essere messo in relazione con il nostro lavoro e può farci licenziare? Non lo immaginerete mai.
Non so a voi ma a me il citofono si rompe abbastanza di frequente e non ho tempo di chiamare ogni volta il tecnico che, comunque, rappresenta una certa spesa. Ora, però, persino il citofono rotto può farci rischiare il posto. Vediamo cosa ha stabilito la Cassazione.
Il citofono nasce per una nostra comodità più che altro: poter essere rintracciati dal corriere che ci deve consegnare un pacco o dal postino che deve lasciarci una raccomandata o dal ragazzo che ci consegna la pizza a domicilio o anche semplicemente per dire ai nostri ospiti e amici a quale piano devono salire. Dunque perché mai un citofono rotto dovrebbe interferire con il nostro lavoro?
Se siamo in ufficio o in fabbrica o in negozio e stiamo lavorando, allora nessun problema: che il citofono sia sano o guasto non fa alcuna differenza per nessuno. Ma se siamo dei lavoratori dipendenti e abbiamo preso malattia, allora la differenza la fa eccome. Infatti se il citofono è rotto, il medico dell’Inps passa ma noi non rispondiamo perché non sentiamo suonare il dispositivo, allora è come se noi non fossimo in casa e, dunque, possiamo essere licenziati in tronco.
In questi casi, se non abbiamo fatto in tempo a chiamare il tecnico oppure lo abbiamo chiamato ma non è ancora venuto a risolvere la situazione, possiamo semplicemente scrivere un bigliettino sul citofono specificando che è rotto e indicando a quale piano salire per raggiungerci o indicando il numero di cellulare a cui chiamarci. Se non lo facciamo e il medico non riesce a rintracciarci, la responsabilità ricadrà interamente su di noi e rischieremo il posto.
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