Temi che dal prossimo anno evitare la Legge Fornero sarà difficilissimo? Invece no! C’è una misura di cui nessuno parla che può farti uscire dal lavoro persino prima dei 60 anni.
Che cosa cambierà, dal prossimo anno, sul fronte delle pensioni? Parecchie cose e dal 2027 ne cambieranno ancora altre. Il Governo di Giorgia Meloni, come promesso durante la campagna elettorale del 2022, si è impegnato per mettere in atto una riforma strutturale che inizierà a vedere la luce proprio nel 2026.

La Legge Fornero non è stata cancellata in quanto, le condizioni delle casse dello Stato, non hanno reso possibile compiere questo azzardo. Non per il prossimo anno almeno. Tuttavia, le misure per evitarla, non mancheranno. E’ vero che saranno cancellate Opzione Donna e Quota 103 ma è anche vero che ci saranno altre strade per lasciare il lavoro ben prima di aver spento 67 candeline sulla torta di compleanno.
Dunque non c’è da temere: i modi per “aggirare” la pensione a 67 anni non mancheranno nemmeno nel 2026. In particolare c’è una misura decisamente vantaggiosa di cui, però, pochi sono a conoscenza: un modo che permette di accedere alla pensione addirittura prima di aver compiuto 60 anni e con un requisito contributivo relativamente basso.
Pensione prima dei 60 anni con pochi contributi: ecco come fare
La maggior parte di noi conosce le misure di pensionamento più note come la pensione di vecchiaia ordinaria piuttosto che la pensione anticipata ordinaria o Quota 41 o Ape sociale o le misure a “quote”. Ma c’è una strada molto più vantaggiosa per uscire dal lavoro addirittura prima dei 60 anni e senza penalizzazioni. Di seguito vediamo di cosa si tratta.

La pensione di vecchiaia ordinaria, ad oggi, prevede l’uscita dal lavoro a 67 anni con 20 anni di contributi. La pensione anticipata ordinaria, invece, non ha alcun requisito anagrafico: si può accedere alla pensione a qualunque età purché i contributi siano pari almeno a 42 anni e 10 mesi per gli uomini o a 41 anni e 10 mesi per le donne. C’è una misura che quasi nessuno conosce che consente di avere uno sconto di 7 anni per entrambe le misure.
Si tratta dell‘Isopensione. In pratica un lavoratore può sfruttare uno sconto di 7 anni sia sulla pensione di vecchiaia che sulla pensione anticipata ordinaria. Nel primo caso, dunque, potrà accedere alla pensione a 60 anni invece che a 67; nel secondo caso gli basteranno 35 anni e 10 mesi di contributi (o 34 anni e 10 mesi) a prescindere dall’età e, dunque, una volta raggiunta tale soglia contributiva potrà lasciare il lavoro anche prima dei 60 anni.

Perché si parla poco dell’Isopensione? Il problema è che, per poter sfruttare questa misura, l’azienda deve essere d’accordo in quanto sarà l’azienda stessa, durante i 7 anni di anticipo, a farsi carico dell’assegno previdenziale: in pratica per 7 anni la pensione ci verrà pagata non dall’Inps ma dal nostro ex datore di lavoro il quale dovrà anche continuare a versarci i contributi per 7 anni. Questa misura può essere adottata solo da aziende che hanno almeno 15 dipendenti e solo previo accordo con i sindacati.
Dal prossimo anno fruire di questa opportunità potrebbe diventare più semplice. Infatti dal 2026 verrà ridotta la quota contributiva che l’azienda dovrà pagare durante i 7 anni di anticipo pensionistico: le imprese non dovranno più versare contributi figurativi sulla parte di retribuzione che supera il massimale annuale della base contributiva e pensionabile. Di conseguenza, avendo molte meno spese a carico, molte più aziende potrebbero essere favorevoli a concedere l’isopensione ai dipendenti che vorranno sfruttare questa opportunità e lasciare, quindi, il lavoro anche prima dei 60 anni.





